Disegnare contenuti non è proprio una magia veloce. Ecco, la fata Smemorina pronuncia un bidibibodibibu e tutto si trasforma. Qui siamo più in fase Alice nel Paese delle Meraviglie: design thinking, percorsi stregati, strade complesse ma ricche di bellezza, maratonde.
Giancarla Trizio: chi è l’autrice
Giancarla è pugliese e ha lo stesso effetto di una piccola nuvola in un cielo terso: ci sta bene. E fa stare bene il team con cui lavora. Ha una sensibilità poetica che abbraccia stretto una forte determinazione, competenza ed organizzazione. Una brava digital strategist, content creator e copywriter. Tutte skill che fanno impallidire i leocorni e che non si vedono più da quando si è unita al gruppo di Accento Acuto. Collabora con bellissime realtà ed è un’ottima compagna di avventure. Chiedetele di Bari e si spalancheranno le porte della Meraviglia di cui è una buona domatrice.
Specializzata in Levante, parole e spiritualità nemmeno troppo velata, ho chiesto a Giancarla Trizio cosa volesse dire per lei Content Design e quale fossero le domande che si pone uno strategist quando tira fuori carta, penna e cervello per creare qualcosa che funzioni (e che sia anche piacevole) per un nuovo progetto. Ne è uscito il primo guest post mai pubblicato per Social Muffin.
Giancarla è competente, deliziosa e generosa.
Non potevo inaugurare meglio questa sezione del blog se non lasciando parlare lei di Content Design e sulle domande giuste da porsi prima di cominciare a progettare contenuti utili e funzionali.
Content Design: quali domande farsi in fase di progettazione?
“Vediamo un po’: stamattina, quando mi sono svegliata, ero proprio la stessa?”
“Ma se non sono la stessa, allora domando e dico: Chi sarò mai allora?”
“Per quanto tempo è per sempre?”
“Che strada devo prendere?”
Una delle caratteristiche principali di Alice nel paese delle meraviglie è quella di porsi continuamente domande.
La sua ingenuità mista a curiosità l’hanno portata a cercare risposte per orientarsi nel suo fantasioso viaggio.
Come content designer abbiamo molto da imparare da questo personaggio letterario.
In fase di progettazione, infatti, è importante porsi le giuste domande per decidere come creare il nostro contenuto.
Quando si lavora a un sito, un post social, un video o un’app, cosa bisogna chiedersi?
Il contenuto è coerente con la strategia editoriale?
La strategia editoriale segna la rotta da seguire nella creazione dei nostri contenuti.
Gli obiettivi e le azioni da mettere in pratica ci aiutano a disegnare come deve essere fatto il sito, post o video a cui dovremo lavorare.
Se come obiettivo è stato individuato la brand awareness, potremmo pensare a un video emozionale per far risaltare i valori del brand.
Se è stato previsto un importante investimento in Social Ads saranno necessari video o foto ad alto livello di engagement.
Qual è il target a cui è destinato il contenuto?
In fase di analisi del brand sono stati individuati target e personas.
Quando progettiamo un contenuto è fondamentale tenere conto di chi ne usufruirà e quale suo bisogno dobbiamo soddisfare.
Età, gusti, abitudini d’uso dei device saranno gli indicatori che potranno aiutarci.
Se mi rivolgo a un pubblico tra i 40 e i 50 anni non potrò realizzare un video destinato a Tik Tok. Se devo colpire i ragazzi tra i 20 e 25 anni non potrò pensare a un’infografica su Facebook.
Il contenuto deve aderire perfettamente al target e al suo customer journey, per essere percepito come elemento “naturale” della sua esperienza digitale.
Quale formato e canale devo scegliere per il contenuto?
La piattaforma a cui è destinato il contenuto influenza la scelta del formato.
L’individuazione del canale è collegata come abbiamo visto al target di riferimento.
La scelta ricade quindi tra foto, video, grafiche e tra dimensioni e durata degli stessi.
Per esempio, se dobbiamo raggiungere il nostro pubblico su Instagram, un video per le stories potrebbe essere il formato giusto per il nostro contenuto.
Se invece il nostro target fa parte dei gamers dovremo pensare a un video su Youtube con determinate caratteristiche.
Quali figure bisogna coinvolgere per realizzare il contenuto?
Dopo aver definito in che formato realizzare il nostro contenuto, dobbiamo capire come realizzarlo e a che professionisti rivolgerci.
Sviluppatori, videomaker, graphic designer, fotografi ma anche marketers e copywriter.
Capire chi interpellare in fase di progettazione ci permette di trovare il professionista che meglio si adatta alla tipologia di contenuto e di brand.
Che effetto vuole suscitare il contenuto?
Per il nostro contenuto abbiamo definito la piattaforma, il formato e quali professionisti coinvolgere.
Un ulteriore elemento da considerare è che reazione vogliamo suscitare nel nostro target.
Vogliamo farlo emozionare o commuovere? Vogliamo farlo ridere? Vogliamo che si senta soddisfatto? Vogliamo che si senta compreso e aiutato?
Capire quale effetto deve avere il contenuto e come può soddisfare il bisogno del target ci aiuta a rifinirne la sua progettazione.
Le risposte a queste domande ci aiutano a progettare un contenuto che sia coerente, efficace e funzionale.
Adesso, tira fuori la Alice che c’è in te.
Quali domande ti poni quando lavori a un contenuto?
Ti riconosci in questo elenco o ne aggiungeresti delle altre?
Bellissimo post! Io in ottica SEO studio anche le SERP: quali sono i tipi di contenuto che Google propone per una ricerca che ci interessa? Google non fa niente per caso: se il primo risultato che ci mostra è un video, ad esempio, sarà perché ha rilevato che un numero consistente di utenti cerca quel tipo di formato nel corso della propria ricerca, e così per altri formati, come le immagini. Questo è un consiglio che mi è stato dato da un grande SEO e che ho sempre trovato illuminante: in questo modo possiamo assicurarci che stiamo impostando la giusta strategia. Spero possa essere utile 🙂
Cerco di immedesimarmi nel target. Se tempo e budget lo permettono, provo a “entrare nella sua testa”, o ancora meglio “nella sua pelle”. Non sempre è facile, non sempre ci si riesce. Anche perché al contempo bisogna riuscire ad entrare nella testa e nella pelle del cliente per il quale stiamo progettando. Penso che l’empatia sia una componente “magica” da questo punto di vista.
Non amo la storia di Alice nel Paese delle Meraviglie – mi ha sempre regalato grandi inquietudini – ma trovo fondamentale il fatto di non smettere MAI di porsi domande. Su tutto proprio (questo anche a livello personale).
Grazie per questi spunti! Mi hanno aiutata a riflettere…