Le storie sono strumenti fantastici: puoi raccontare con qualunque cosa a tua disposizione e non sbagliare mai. Quando un cuore, un business e tanti numeri si incontrano, quale magia accade? Quella della semplificazione e della negoziazione, due punti nevralgici per poter raggiungere gli obiettivi di business che ogni azienda si pone: guadagnare ed investire in modo intelligente! La risposta si chiama data storytelling.
Tutti conosciamo lo storytelling e ne abbiamo la nausea. Troppe volte il concetto di raccontare per farsi conoscere è stato consegnato alle aziende, alle piccole imprese e ai liberi professionisti come panacea a tutti i mali.
– “Mamma, ho l’influencer!”
– “ Prendi un po’ di storytelling, vedi che ti passa.”
La scena è più o meno questa, negli ultimi anni, in ogni agenzia di web marketing, per gli esperti guru della montagna del sapere digitale e per ogni freelance che a casa – tra una sessione di ginnastica in casa e una gita in montagna – mentre parla con lo smartphone puntato in faccia, racconta quanto sia figo fare storytelling. Poi Disney e Coca Cola, Tiffany e Apple aprono la strada ad un nuovo modo di intendere il racconto aziendale, lo storydoing. Altra scoperta esistenziale dell’acqua calda fatta dal Cristoforo Colombo di turno durante l’ultima proiezione per appassionati di Star Wars, “L’Impero colpisce ancora” è il non esiste provare, esiste fare del maestro Yoda. Le aziende non devono più raccontarsi con organizzazione puntuale dei contenuti ma devono essere un vulcano di sincerità che, superati i confini degli obiettivi di business, lavorano per l’etica. E mangiano fagioli. Agli angoli delle strade.
Magari tutto il discorso è un po’ estremizzato, un po’ storytellato (per restare in tema). La verità, però, sta nel mezzo come in tutte le cose: lo storytelling è uno strumento formidabile per comunicare qualunque messaggio se, però, fatto con i dovuti accorgimenti e senza diventare tutt’uno con la storia che stai costruendo. Questa tecnica, lo abbiamo appena detto, che può essere applicata a qualunque tipo di messaggio, anche a raccontare quello che il tuo analista sta combinando dietro lo schermo del suo computer.
Si chiama data storytelling ed è una figata pazzesca.
Data Storytelling: quando i dati raccontano una storia, la tua
Gli analisti sono stati per lungo tempo bollati come quelli che fanno le slide. In realtà, sono la vera linfa del tuo business. Se ti stai chiedendo perché, la risposta è davvero semplice: il data storytelling ti permette di comprendere quelli che, per i non addetti ai lavori, sono solo un groviglio di numeri, linee e grafici. Insomma, il data storytelling semplifica il mondo raccontando in modo chiaro e deciso cosa succede nella tua azienda e come stanno andando le tue azioni di business. Mica poco, eh!
Il data storytelling consiste nelle tecniche di narrazione tipiche del corporate storytelling applicate alla visual analytics. Uno strumento che fa della concretezza e dell’efficacia le keyword sulle quali basarsi nelle proprie scelte di business. Decisioni data driven. Sul serio, non più solo a parole.
I dati guideranno le aziende di oggi verso il domani
Produciamo e rilasciamo ogni giorno infinite quantità di dati. I più fighi li chiamano big data, gli statistici prima e gli analisti poi, fonte di vita per il tuo business. I dati possono darti una chiave di lettura unica ed inedita, fornendoti una visione a 360 gradi di quello che accade in tempo reale nella tua azienda, come si è comportato il tuo business fino ad oggi e cosa potrebbe accadere domani alla tua impresa. Insomma, i dati sono come Sauron nel Signore degli Anelli: un occhio senza palpebre che non dorme mai.
I dati possono fare la differenza tra un’azienda che funziona ed un’impresa che naviga a vista. Il data storytelling ti permette, attraverso strumenti come Tableau, di implementare una strategia di visual analysis corretta e funzionale alle attività della tua azienda.
Snoccioliamo i dati, vai col lisco:
- un’azienda su 10 utilizza il data storytelling e solo il 15% di queste ne comincia a considerare benefici gli effetti sul proprio business;
- il 73% delle aziende crea presentazioni in Power Point senza una strategia precisa (a cazzo di cane si può dire?);
- oltre il 50% degli impiegati che lavorano con dati e numeri utilizzano excel senza uno scopo, per riempire colonne che nessuno leggerà mai.
Questa è più o meno la situazione delle aziende europee, secondo alcuni studi. Molto triste fare le cose senza uno scopo, nel business come nella vita. Come porre rimedio? Il data storytelling sembrerebbe essere un’ottima soluzione a quelli che Avinash Kaushik – attualmente digital marketing evangelist per Google – definisce report squirrel, smanettoni dei dati che passano un’intera giornata a completare presentazioni in Power Point che nessuno comprenderà e, ancora peggio, capirà come utilizzare per il proprio business perdendo occasioni e possibilità.
Tutta l’attività di raccolta dei dati, segmentazione ed aggregazione, l’analisi e l’interpretazione con gli attuali sistemi di rappresentazione dei dati (e del mal costume delle aziende in questo settore) vanno a farsi friggere.
I clienti non hanno molto tempo, soprattutto per guardare grafici sull’attività di un web analyst che non riesce a spiegare bene quello che fa. La comprensione del lavoro di analisi è sempre stata una delle grandi barriere nella professione digitale, uno spartiacque che non si supera tra “addetti ai lavori” e committenti. Il data storytelling può tradurre in storie facilmente comprensibili a tutti (e a tutti i livelli) quello che si cela dietro la coltre di dati. Insomma, la data visualization può finalmente strappare il velo di Maya dei dati rivelando a chi ci mette i soldi cosa succede nella propria azienda in modo chiaro e sistematico, efficace e – soprattutto – ci si può finalmente far guidare nelle scelte di business dai dati.
Abemus azioni data driven (sul serio, però).
Data storytelling: sì, ok figo. A cosa serve, quindi?
Ok, ti abbiamo convinto: il data storytelling è la nuova forma di narrazione che finalmente ti permetterà di mostrare ai tuoi clienti e al tuo capo che le tue analisi funzionano. O no? A cosa serve sul serio il data storytelling?
Il data storytelling serve ad ottimizzare tempi e risorse aziendali, prendere decisioni data driven (azioni strategiche orientate dai dati) e per assicurarsi che queste vengano seguite da decisioni di business efficaci e realmente misurabili.
Ogni giorno gli utenti lasciano tantissimi dati in giro per la rete, ad ogni accesso. Questi sono preziosissimi per ogni business, soprattutto se si sa leggere, raccogliere ed interpretare questi dati insieme a quelli che le persone rilasciano offline. I big data (o come li si preferisce chiamare) sono una risorsa fondamentale per capire in che stato di salute è il tuo business e per predire quali possano essere i futuri scenari in cui la tua azienda potrebbe muoversi.
Il data driven marketing è essenziale per la data visualization e viceversa. Il marketer che si fa guidare dai dati è saggio, quello che li lascia marcire sul fondo delle tabelle excel meno. I dati, infatti, possono essere la chiave di volta nel dare chiarezza alla direzione che il tuo business deve prendere. Come sfruttare tutti i dati che gli utenti ci regalano?
I dati possono essere di diversa natura: navigazione, localizzazione e dati fisici derivanti da azioni offline. Questi possono essere utilizzati per comprendere meglio le esigenze dei propri utenti e rendere l’esperienza migliore attraverso una analisi molto più approfondita. La visualizzazione dei dati, poi, è l’atto finale di una strategia data oriented che permette di avere “nero su bianco” il controllo del passato, del presente e del futuro di qualunque business.
Attraverso la raccolta, l’analisi, l’interpretazione e la rappresentazione visuale di questi dati riuscirai a personalizzare il tuo rapporto con l’utente.
Data Storytelling: i punti essenziali della storia e consigli pratici
Il data storytelling si comporta come una qualunque altra tecnica di narrazione. L’unica differenza è che il protagonista della storia che vogliamo raccontare è un business e per farlo utilizziamo i dati sotto forma di grafici, linee e punti. Sembra spaventoso ma in realtà è terribilmente divertente: hai il controllo su tutta una serie di fattori che, prima, ti erano totalmente sconosciuti!
Quali sono i nodi principali di una storia di dati?
- punto centrale: vai subito al sodo. Pochi hanno la capacità e la pazienza per stare attenti per un’intera presentazione fatta di soli dati. Il punto centrale della storia deve presentare immediatamente la situazione in cui ci si trova. Sii avaro di elementi, la palpebra cala velocemente durante i meeting. Non dimenticare di spiegare, attraverso una legenda, cosa vuoi comunicare con i dati e contestualizza. Non dimenticare: sei il solo ad avere gli excel, le chiavi del potere, quindi hai anche il compito di “raccontare” agli altri a che punto si è della storia.
- focus sulla missione: fai convergere tutta l’attenzione sugli elementi decisivi della tua data story: ragiona su target, obiettivi, quello che è stato fatto e dove vorresti che le azioni conducessero l’eroe. Non dimenticare mai il primo comandamento del data storytelling: essenzialità, semplicità, chiarezza. Pochi elementi possono raccontare grandi storie.
- sequenza lineare: utilizza un flow narrativo semplice e facilmente comprensibile. Passo dopo passo, accompagna il tuo ascoltatore attraverso le varie fasi della tua storia facendo attenzione ad utilizzare in modo propositivo le tue analisi: spiega concretamente perché le visite mensili su un articolo che ha sempre portato traffico oggi si sono ridotte all’osso. Soprattutto se si tratta della ricetta per l’abbronzatura perfetta e siamo in pieno dicembre.
- elementi narrativi: sono gli elementi narrativi di ogni storia. Target, obiettivi, azioni. Dare un volto al pubblico degli amanti dei pinscher, geolocalizzarli, studiarne le abitudini d’acquisto chiamandoli per nome: non sto costruendo soltanto una buyer personas ma una “compagnia” di utenti. Molto più facile per chi ascolta, quando personifichiamo l’utente ed il flusso di dati che lo riguarda.
- elementi visuali: l’elemento fondamentale del data storytelling è la visualizzazione dei dati. Questa ci permette di semplificare le informazioni che altrimenti risultano troppo complesse da comunicare.
Come tradurre in operatività questa tipologia di racconto dei dati? Utilizza palette colori coordinate, font leggibili, organizza i tuoi flow. Usa un sommario ed una legenda per illustrare cosa vuoi raccontare. Limita al minimo il numero di grafici, l’attenzione è limitata.
Il segreto di una buona storia è la semplicità del racconto, la chiarezza di quello che vuoi comunicare, l’efficacia degli elementi che scegli.
Tutto il resto è semplicemente Power Point!
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Foto di Karolina Grabowska da Pexels