Essere un social media manager è troppo complicato: è arrivato il momento di diventare un unicorno!
Ogni giorno cerco di non pensare alle cose brutte del mondo, che sono fortunata a fare un lavoro che amo e che, in qualche modo arriverò a fine giornata senza uccidere qualcuno. Ecco allora che il criceto nella mia mente comincia a far girare la ruota e comincio a pensare: lasciar volare la fantasia stimola la creatività (qualcuno sostiene che sia fondamentale in fase di briefing) e aiuta ad alleggerire la tensione lavorativa.
Personalmente, ho un approccio piuttosto positivo al lavoro: mi dispero per nulla, urlo e mi arrabbio, vado in iper-ventilazione e mi trasformo in un unicorno. Come “cosa significa”?
Su libera ispirazione del maestro Lol , Salvatore Russo e del suo massimo insegnamento sugli Unicorni Rosa, è venuto fuori il Metodo Unicorno. Non conosci il “Metodo Unicorno“? Te lo riassumo in poche righe, così, la prossima volta che il tuo cliente ti dirà che il figlio del cugino del fratello del marito della moglie del suo panettiere di fiducia sa cosa vuol dire fare social media marketing potrai spiegargli che:
Non credi nei Social Media? Sono loro che credono in te!
Quando si propone un social media plan, l’obiezione che generalmente il cliente muove più di frequente è che i social media sono (secondo lui, eh!) inutili e servono soltanto per giocare. Semplice, diretto, lapidario. La vena parte e tu resti lì attonito e vorresti mangiargli un orecchio come Tyson. Keep calm and be an unicorn! Spiega con calma al tuo cliente che una buona strategia social, coordinata con gli obiettivi del piano di marketing, può apportare al suo business un reale valore.
Le azioni che vengono realizzate sui social media, infatti, se pianificate in modo efficace ed efficiente, riescono a migliorare la qualità del traffico che arriva sul sito aziendale. Gli utenti sono già lì, ci credono. Conversano tra di loro e si scambiano opinioni e pareri sull’azienda ed i suoi prodotti. Perché non dovrebbe crederci anche un’azienda?
Bisogna solo che qualcuno parli con loro con il giusto tono di voce. Le persone, infatti, vogliono essere ascoltate, lamentarsi, parlare: gli esseri umani sono fatti per comunicare e i social servono a questo. Scegliere il giusto canale, utilizzare il linguaggio più adatto ed utilizzare contenuti utili ed interessanti. Dillo al cugino del fratello del tuo amico: è così che i social acquistano valore!
Facciamo anche noi un givesanawanaway?
Ok, l’hai convinto. Sei riuscito ad evitare l’apertura di un account privato al posto di una fanpage e perfino a farti assegnare 3 euro all’anno per una campagna a pagamento su Facebook. Nemmeno stesse per partorire, il tuo amatissimo cliente adesso chiama ad intervalli sempre più frequenti per proporti, nell’ordine:
- giveaway sulla pagina Facebook con in palio salamelle, orsetti gommosi e seggioloni per bambini (ovviamente lui si occupa di impiantistica industriale);
- contenuti sempre freschi per il blog (da condividere sul profilo Twitter) su come mettere un paio di occhiali ad un’ananas;
- hashtag pertinenti e facilmente condivisibili come #Lerosesonorosseleviolesonobluiososcrivereunhashtagetu?
Tu, ovviamente, sempre mantenendo la calma e con voce serafica dovrai spiegargli che ogni azione, contenuto ed iniziativa sui social media va pianificata con largo anticipo e deve essere coerente alla policy e al tipo di canali che si sceglie di presidiare.
Ps quest’anno (2020) l’ho fatto, ho fatto un post per Ferragosto con tanto di ananas occhialuta. Ho riso a crepapelle!
Non voglio rischiare, copiamogli i post!
Sacrilegio! Il temutissimo suggerimento da primo della classe che scatenerà le cavallette, la tramutazione dell’acqua in caffè americano e le fashion blogger tutte in una volta.
Perché non copi ed incolli quello che pubblicano sulla loro pagina facebook? Guarda quanti mi piace che c’hanno!
Magari “loro” sono Coca-cola ed il tuo cliente produce limoncello da (rullo di tamburi) 20 giorni! E’ importante far capire al cliente che ogni azienda ed ogni prodotto ha bisogno della sua comunicazione. Più si tende a copiare gli altri, meno gli utenti saranno interessati al brand. E’ matematico! Sicuramente è lecito ed utile farsi suggerire dal cliente, in fase di briefing, quali aziende segue, quali competitor ammira e quali sono le strategie che secondo lui possono funzionare. Questo per tre motivi:
1) è sempre utile capire quali sono i gusti, le inclinazioni e le convinzioni di chi ti sta davanti;
2) nessuno conosce meglio i punti forti e deboli della propria azienda (o del prodotto) meglio di chi la vive ogni giorno;
3) è giusto lasciarsi ispirare da quello che funziona per gli altri per stimolare la creatività(stando attenti a chiarire sempre che ogni strategia funziona per uno e un solo brand!)
L’importante è chiarire sempre che restare fedeli alla propria identità aziendale è fondamentale.
Insomma, trasformarsi in un unicorno significa essere unici, empatici, credere nella magia (di trovare clienti che ti diano ascolto) e nel proprio operato. Armarsi di pazienza, di coerenza e di buona volontà, oltre che degli strumenti giusti, servirà a sedare anche il cliente più rompiscatole e a portare a casa un lavoro ben fatto!
Ora che tu riesca ad essere o meno un unicorno, raccontami che metodo utilizzi per far comprendere al tuo cliente il valore dei social media per un’azienda!